Abbiamo sognato, immaginato e progettato a lungo la fisionomia che avrebbe assunto Dimidium, non solo nella sua forma più concreta – le camere, gli arredi, i dettagli – ma anche nella creazione di un’atmosfera che ci rispecchiasse in maniera autentica.
“Quando una persona parla con noi, ci legge o si rilassa in una delle nostre camere, deve percepire coerenza, vedere ciò che siamo”, questo è stato il nostro mantra fin da quando Dimidium non aveva nemmeno un nome.
Nei nostri sogni e ancora di più nei progetti che abbiamo delineato per rendere Dimidium reale, abbiamo pensato tanto anche ai nostri ospiti.
Ospiti, non clienti, perché l’importanza delle parole che usiamo – ne sono fermamente convinta, e forse è per questo che amo così tanto la scrittura – plasma il nostro mondo, in qualche modo dà forma alle nostre azioni.
Ospitare è ben più di un letto in cui dormire e una colazione il mattino seguente. È la condivisione della nostra casa e di un pezzetto della nostra vita. È il raggiungimento di un sogno che allo stesso tempo è l’inizio di un’avventura. È il racconto di diversi percorsi e storie di vita, di contesti e luoghi. È l’incontro e il riconoscersi negli stessi valori.
Domenica abbiamo ospitato i nostri primissimi ospiti. Piera e Valter hanno subito creduto in noi. Piera mi ha chiamato una mattina di circa un mese fa, dovevamo ancora finire i lavori, non avevamo nemmeno le camere da letto presentate sul nostro sito. “Ho letto la vostra storia, mi siete piaciuti e ho trovato una connessione con il vostro percorso. Vogliamo essere i primi ospiti di Dimidium!”
E così è stato, i primissimi ospiti della camera Terra a scoprire tutto ciò che Dimidium è, la sua storia passata e quello che immaginiamo nel futuro.
Piera e Valter hanno incarnato ciò che immaginavamo per il nostro “ospite ideale”. La voglia di godere dei ritmi lenti della campagna e apprezzarne i panorami; gustare il pranzo della domenica alla Trattoria Petrarca; scoprire il territorio seguendo i nostri consigli per un weekend autunnale nelle Terre di Matilde; camminare tra le stradine di Selvapiana al suono della campana della chiesetta.
I primi ospiti per cui abbiamo preparato la colazione, i primi ospiti che hanno lasciato il loro ricordo e pensiero attaccato ad una porta antica a cui abbiamo voluto dare una nuova vita – sicuramente diversa da quella passata.
Abbiamo vissuto tanti inizi diversi, incominciando questo percorso. Questo, sicuramente, è il più sfaccettato e pieno di emozioni nuove, perché il risultato di qualcosa che abbiamo progettato a lungo, ma che non abbiamo mai fatto prima. Anche e soprattutto per questo la gratitudine che proviamo per i nostri ospiti è per la fiducia che ripongono in noi e nel nostro progetto.
La sera dei nostri primi ospiti, pronti ad accompagnare Artù e Lara nel loro giro serale, abbiamo alzato la testa: per la prima volta, insieme alle luci del salone delle colazioni, due finestre erano debolmente illuminate dietro le tende di lino.
Altre persone oltre a noi stavano vivendo la nostra casa, ben più di un immobile comprato un anno e mezzo fa. Il nostro mondo, un porto sicuro.
Porteremo sempre con noi ogni parola scritta da Piera e Valter perché più di ogni altra citazione, rappresenta il nostro percorso, tutto ciò che ci ha condotto fin qui – e che ogni giorno ci muove. Parole che sanno di condivisione e accoglienza, di montagna e sguardo rivolto al futuro.
“I primi di una lunga serie. Contenti e ben accolti. Avanti così e sempre vento in faccia.”
Grazie Piera e Valter, i nostri primi, primissimi, ospiti.
A presto,
Valentina